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Se il server non è connesso direttamente a internet avremo bisogno di indicare a yum il proxy da utilizzare. Per farlo dobbiamo modificare il file /etc/yum.conf e aggiungergli al fondo (o dove meglio crediamo, la posizione non è importante) una riga come questa proxy=http://proxy.dominio.it:3128Se il proxy richiede l'autenticazione dobbiamo valorizzare anche le variabili proxy_username e proxy_password come nell'esempio che segue proxy=http://proxy.dominio.it:3128
proxy_username=pippo
proxy_password=nonteladico

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Manca poco alla fine del 2008 e TorrentFreak ci propone la classifica dei maggiori siti torrent del 2008. Vince, e c'era da aspettarselo, The Pirate Bay, a seguire Mininova e IsoHunt.

Per stilare la classifica sono stati usati i dati ricavati da Compete e l'indice Alexa.

1. The Pirate Bay

Nonostante i tentativi di censura in Danimarca e Italia, per la Baia è stata un'ottima annata, quest'anno il sito ha celebrato il quinto anniversario raggiungendo la cifra impressionante di 25 milioni di peer.
Compete rank 885 / Alexa rank 117 / 2007 #3

2. Mininova


Mininova ha visto una costante crescita degli accessi. Nell'ultimo anno sono stati scaricati dal sito più di 3 milioni di torrent.
Compete rank 1,225 / Alexa rank 79 / 2007 #1

3. IsoHunt


Nonostante le controversie con la MPAA e il CRIA, Isohunt ha continuato a crescere. In parte è diventato buono distribuendo contenuti sotto Creative Commons.
Compete rank 1,106 / Alexa rank 200 / 2007 #2

4. Torrentz


Torrentz.com è uno dei siti più anziani, quest'anno ha aggiunto un'opzione per i “verified torrents” e ha iniziato a utilizzare SSL per comunicazioni più sicure con i client.
Compete rank 2,039 / Alexa rank 220 / 2007 #4

5. TorrentReactor


TorrentReactor durante il 2008 ha ridisegnato e ottimizzato il sito. Inoltre ha lanciato il servizio TorrentPrivacy per garantire download anonimi ai propri utenti.
Compete rank 2,150 / Alexa rank 532 / 2007 #9

6. Demonoid


Dopo essere stato chiuso per sei mesi a causa di una controversia con la CRIA, Demonoid è tornato online. Da allora tutto è tornato come prima.
Compete rank 3,869 / Alexa rank 526 / 2007 #na

7. BTjunkie

Nel dicembre del 2007 BTjunkie è stato costretto a lasciare il proprio ISP. Da quanto è stato scelto il nuovo fornitore di accesso il sito è tornato più forte di prima.
Compete rank 3,762 / Alexa rank 625 / 2007 #5

8. SumoTorrent


Dal 2007 il sito è cresciuto molto. Troppi pop-up e redirect non ne fanno la migliore scelta però.
Compete rank 4,110 / Alexa rank 1,019 / 2007 #na

9. BTmon


BitTorrentMonster, BTmon per gli amici, ha debuttato al 10mo posto l'anno scorso e si è guadagnato una posizione durante quest'anno.
Compete rank 4,737 / Alexa rank 989 / 2007 #10

10. TorrentPortal


Nessuna grossa novità nemmeno per TorrentPortal, ma in generale sembra che per i siti di questo genere valga il detto "nessuna nuova, buona nuova".
Compete rank 4,300 / Alexa rank 1,126 / 2007 #7

Via | TorrentFreak

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Avvertenza: tutte le istruzioni e i comandi presenti sono stati testati più volte, ciononostante non mi prendo nessuna responsabilità per i danni epocali che potrebbero derivare da una lettura disattenta e/o parziale di questa guida.

Tema

Abbiamo il nostro bel blog con Wordpress (meglio se facciamo un paio di test in un ambiente sicuro!) che gira su una versione precedente alla 2.7 e moriamo dalla voglia di fare un bell'upgrade.
I dati di partenza sono i seguenti:
  • Il database si chiama: wordpress26
  • La cartella dove si trovano il nostro blog è /var/www/blog26
  • Il nome del blog che vogliamo salvare è blog26
Come si può dedurre dai nomi scelti non stiamo parlando del diariuccio caro, scritto in una vita intera, che se dovessimo mai perdere sarebbe la fine etc. etc.

Svolgimento


1. Backup! Backup! Backup!

Salviamo tutto quanto il salvabile in una directory all'uopo creata.
mkdir ~/blog26.backup
mysqldump -u UTENTE -p 'PASSWORD' -h HOST wordpress26 > ~/blog26.backup/wordpress26.sql
cp -var /var/www/blog26 ~/blog26.backup/old
Ora dal pannello di controllo di Wordpress dobbiamo disattivare tutti i plugin.

2. Scarichiamo l'ultima versione di Wordpress

cd /tmp
wget http://wordpress.org/latest.tar.gz
tar xzvf latest.tar.gz

3. Aggiorniamo Wordpress

cd /var/www/blog26
sudo rm -rf wp-admin wp-includes
sudo cp -var /tmp/wordpress/*
.
Apriamo con un browser l'URL
http://nome-o-ip-del-pc/blog26/wp-admin/upgrade.php
Nella prima schermata ci verrà chiesto di aggiornare il database

Questo invece è il messaggio che ci conferma che tutto è andato bene

Ora possiamo loggarci e ripristinare i plugin dalla dashboard. Se, malauguratamente, qualcosa dovesse andare storto abbiamo sempre i nostri backup.

Remixed from Nixcraft

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Problema: siamo su Debian e stiamo cercando di compilare i sorgenti di Bugzilla (chiaramente è un caso del tutto teorico!), a un certo punto la compilazione dell'ennesima libreria perl si pianta perché manca un file, poniamo il caso (sempre del tutto teorico) che questo file si chiami gdlib-config. Che si fa? Possiamo sparare un po' di apt-cache search a casaccio (soluzione poco elegante) o possiamo usare apt-file.

Per installarlo. apt-get install apt-file Per fargli aggiornare l'elenco dei file daremo un bel apt-file update A questo punto per cercare quel file maledetto che ci ha costretti a interrompere la compilazione basterà scrivereapt-file search gdlib-configScopriremo così che gdlib-config è contenuto nei pacchetti libgd2-xpm-dev e libgd2-noxpm-dev.

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Da qualche giorno è stato rilasciato Wordpress 2.7, per l'occasione rispolvero una guida che avevo scritto qualche tempo fa. Non ci sono grossissime differenze e la procedura resta davvero molto semplice se si ha un minimo di dimestichezza con la riga di comando.
Se volete avere un'anteprima delle nuove funzionalità introdotte dalla versione 2.7 vi consiglio di guardare questo video:


Avvertenza: in questa breve guida si parla di installazione da zero, se volete aggiornare una vecchia installazione di Wordpress le cose sono un po' più complicate.
Altra cosa molto importante: do per scontato che siano installati apache, mysql e php; se così non fosse provate a usare questo comando
sudo apt-get install apache2 apache2-mpm-prefork php5-mysql mysql-server php5 libapache2-mod-php5 php5-cgi php5-gd php5-cli
1. Creazione del database
mysql -u root
create database wordpress27;
\q

2. Download Wordpress
cd /var/www/
sudo su
wget http://wordpress.org/latest.tar.gz
tar xzvf latest.tar.gz
cd wordpress/

3. Configurazione iniziale
mv wp-config-sample.php wp-config.php
Modificare la configurazione del database nel file wp-config.php. Ho evidenziato in rosso i valori da cambiare.

define('DB_NAME', 'wordpress27'); // Il nome del database
define('DB_USER', 'root'); // L'utente MySQL
define('DB_PASSWORD', ''); // ... e la password
define('DB_HOST', 'localhost'); // al 99% va bene così
4. Pubblicazione del Blogcd /var/www
cp -R wordpress blog
chown -R www-data.www-data blog
/etc/init.d/apache2 restart

5. Ultimi passi
Per completare l'installazione dobbiamo aprire il nostro browser preferito e digitare nella barra degli indirizzi
http://nome-o-ip-del-pc/blog/wp-admin/install.phpNella prima pagina ci verrà chiesto un titolo per il blog e un indirizzo di posta.

Nella seconda, invece, ci verrà assegnata una password per il primo collegamento (che potremo cambiare in seguito).

Dopo avere premuto sul bottone Log In potremo autenticarci con le credenziali che ci sono appena state assegnate.

Ed ecco la nuovissima dashboard.

6. Il nostro blog
Per visitare il nostro nuovo blog non dovremo far altro che aprire l'url
http://nome-o-ip-del-pc/blog/

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Ecco una simpatica applicazione costruita sulle API di Google translator. L'utilizzo è terribilmente semplice: basta scrivere nel box di ricerca la parola o la frase vogliamo tradurre (non dobbiamo nemmeno preoccuparci di indicare la lingua in cui scriviamo, verrà riconosciuta automagicamente!) e scegliere in quali lingue la vogliamo tradurre. L'aspetto più interessante, a mio avviso, è proprio la possibilità di avere più traduzioni contemporaneamente.
Al momento sono supportate ben 34 lingue.


P.S. Scommetto che non lo leggerai mai ;-)

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Se quando cercate di ripristinare uno snapshot su VMware Server ottenete questo errore, potete provare a cancellare tutti i file e le directory che terminano con .lck nella cartella della macchina virtuale che state usando.

Esempio:

[root@vm Intrepid Ibex]# ls -l
total 5399796
... 564d8820-dbd7-f531-3833-6d4cf44df916.vmem
... 564d8820-dbd7-f531-3833-6d4cf44df916.vmem.lck
... Intrepid Ibex-000001.vmdk
... Intrepid Ibex-000002.vmdk.lck
... Intrepid Ibex.nvram
... Intrepid Ibex-Snapshot2.vmem
... Intrepid Ibex-Snapshot2.vmsn
... Intrepid Ibex.tmpRevert.vmsd
... Intrepid Ibex.tmpRevert.vmxf
... Intrepid Ibex.vmdk
... Intrepid Ibex.vmdk.lck
... Intrepid Ibex.vmsd
... Intrepid Ibex.vmx
... Intrepid Ibex.vmxf
... vmware-0.log
... vmware-1.log
... vmware-2.log
... vmware.log
In questo caso ci sono tre cartelle .lck, possiamo eliminarle tutte con il comando:
[root@vm Intrepid Ibex]# rm -rf *.lck
Ora si può provare a ripristinare lo snapshot dalla console web.

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Ovvero se sopra il frac metto il costume di Babbo Natale...

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Ecco una serie di test molto comuni quando si scrivono script di shell.

Il file esiste? [-e]
if [ -e /bin/bash ]; then...
Il file è un link simbolico? [-h o -L]
if [ -h /lib/libz.so.1 ]; then...
La directoty esiste? [-d]
if [ -d /tmp ]; then...
Se ci interessa eseguire più di un test in un unico passaggio, ad esempio potremmo voler sapere se il file è scrivibile [-r] e leggibile [-v] dal nostro utente, dovremo usare un comando simile a questo:
if [ -r /tmp/test -a -w /tmp/test ]; then...
In questo caso con il -a aggiungiamo un'altra verifica.

Per l'elenco completo dei test che si possono effettuare in Bash vi rimando ai sempre ottimi appunti di informatica libera.

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Oltre a registrare screencast, dalla riga di comando è anche possibile catturare singole schermate, per farlo è necessario il comando import, che fa parte della suite ImageMagick.

Per salvare un'immagine di tutto lo schermo dobbiamo aprire una finestra di terminale e digitare
import -window root nome-a-caso.pngPossiamo anche salvare schermate di un server remoto, ed è qui, a mio avviso la realte utilità del comando. Se siamo collegati in remoto il comando sarà leggermente diverso e useremo l'opzione -display
import -window root -display :0 nome-a-casso.pngNOTA: il server remoto ovviamente deve eseguire una sessione grafica!

Con import si può scegliere di salvare screenshot di una singola finestra, per poterlo fare occorre conoscere l'id della finestra. Ecco come fare:

  1. Per prima cosa si lancia xwininfo e si seleziona la finestra. Otterremo una grande quantità di informazioni, quella che ci interessa è il Window id, copiamolo e usiamolo così con import.
  2. import -window 0x3200008 test.png

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Da qualche giorno vi sarete accorti che sui video embeddati da Youtube è comparso un box di ricerca. A me piace davvero poco. Peraltro non mi sembra che abbia molto senso mostrarlo all'inizio di un video.
Fortunamente esiste la possibilità per eliminarlo: basta aggiungere l'opzione &showsearch=0 al fondo della stringa che identifica il video. Vediamo un esempio:


In questo caso la stringa che identifica il video è:
embed src="http://www.youtube.com/v/XSXoap2h3Mw&hl=it&fs=1"
Linkiamo ora la seconda parte del video, un tutorial su Vim, questo volta però, nascondendo il box di ricerca.

In questo caso la stringa diventa
embed src="http://www.youtube.com/v/dsKGMxoydCc&hl=it&fs=1&showsearch=0"

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Vi[m] è l'editor di testo per eccellenza su Linux (saluto con affetto i tre Emacsiani là fuori...) e superati i primi scogli, diventa uno strumento irrinunciabile per qualsiasi sistemista e/o sviluppatore.

Vi propongo un libro gratuito interamente dedicato all'editor. Il volume, che si può anche consultare online, è destinato sia a chi si avvicina ora a Vim, sia agli hacker più scafati.

Download
PDF (1.5MB)

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IsoBuster è un'utility per estrarre dati da CD/DVD danneggiati o altrimenti illegibili. Per poterla utilizzare su Linux dobbiamo passare per wine (nel resto della guida do per scontato che l'abbiate installato e che vi funzioni correttamente).

Installazione
Scarichiamo l'eseguibile per Windows dal sito ufficiale ed lanciamo da terminale il comando wine isobuster_all_lang.exe
Da questo punto in poi l'installazione prosegue esattamente come su Windows.



Ci verrà chiesto di scegliere il path di installazione, notate come wine ricrei perfettamente un'alberatura simil windows



NOTA: alla fine verrà chiesto di inserire una licenza valida: non temete, serve solamente per attivare funzionalità avanzate, per svolgere la maggior parte dei compiti più comuni non serve nessuna licenza, quindi potete passare oltre senza preoccuparvi troppo.



Scegliete di lanciare il programma alla fine del setup ed ecco la schermata che vi apparirà



Riferimenti
Questa è la pagina dedicata a IsoBuster sul sito di wine.
Questo il sito ufficiale del progetto.
Esiste anche un utility nativa per Linux che si chiama Kiso, confesso che mi ha frenato la data dell'ultimo rilascio e non l'ho provata.