| 0 commenti ]

Ubuntu Karmic Koala è disponibile per il download, anche se l'annuncio, in questo momento (15.18) non è ancora arrivato.

Per scaricarla vi consiglio di usare un client torrent (il p2p non è solo per delinquenti a quanto pare), ho l'impressione che di traffico ce ne sarà parecchio sui server.

Ed ecco i link diretti:

| 0 commenti ]

La storia del motore di ricerca per antonomasia raccontata in un video di 2 minuti, da Stanford a Mountain View, ripercorrende le tappe principali dell'epopea del gigante (buono?) di internet.

| 0 commenti ]

Ora che il rilascio della 5.4 è stato ufficializzato, possiamo serenamente aggiornare i nostri server che girano con CentOS 5.* (ci sarà mica qualcuno che la usa sul desktop...).
Per prima cosa vediamo quanti e quali sono i pacchetti che verranno aggiornati con il comando yum list updates giusto per farci un'idea. Controlliamo che non ci sia niente di particolarmente critico e nel caso diamo un'occhiata alle Releases Notes. Quando saremmo sufficientemente tranquilli basterà il solito yum update Per verificare l'avvenuto upgrade: cat /etc/redhat-releases
CentOS release 5.4 (Final)
Finito.

| 0 commenti ]


Alla fine però, pare che non l'abbia comperato.

Via | Linux Magazine

| 1 commenti ]

Questa volta l'attesa è stata molto più breve. A distanza di meno di due mesi su alcuni mirror è già disponibile la versione 5.4 della più famosa fra le derivate di Red Hat.
A onor del vero l'annuncio del rilascio non c'è ancora stato, ma i più impazienti possono già scaricarla dai mirror ufficiali di GARR (per milanesi e romani) o Fastbull (per i torinesi).

Per conoscere quali sono le principali novità (KVM!) rispetto alla versione precedente vi rimando alle Releases Notes.

| 2 commenti ]

Si sa che i sysadmin sono pigri, ma in questo caso forse si è esagerato un pochino...



Le due righe di codice per realizzare l'ingegnoso sistema, su Linux, Windows e Mac OS, le trovate a questo indirizzo.

| 1 commenti ]


Se si usano postazioni diverse (e magari sistemi operativi diversi) Dropbox è uno strumento assolutamente essenziale.

Vediamo come installarlo su RHEL e CentOS 5.3 Per prima cosa dobbiamo risolvere un po' di dipendenze sudo yum install bzip2 wget make gtk+-devel libnotify-devel nautilus-extensions nautilus-devel gnome-vfs2-devel compat-glibc-headers compat-glibc gnome-desktop-devel Molto probabilmente alcuni di questi pacchetti saranno già presenti. Creiamo ora, se non esiste già, una sottodirectory nella nostra home che chiameremo bin e scarichiamo dbcli.py, lo script che lancerà l'installazione vera e propria. mkdir -p ~/bin; cd ~/bin; wget https://dl.getdropbox.com/u/43645/dbcli.py Convertiamo il file per Unix dos2unix ~/bin/dbcli.py; chmod +x ~/bin/dbcli.py Ora aggiungiamo "25" al fondo della prima riga del file, in modo che risulti così: #!/usr/bin/python25 Ora dobbiamo scaricare Python 2.5 da questo sito, i pacchetti sono fatti in modo da non sovrapporsi alla versione di ufficiale di Python distribuita da Red Hat (o CentOS) di conseguenza si possono installare con una certa tranquillità.
mkdir -p ~/tmp/python25; cd ~/tmp/python25; for PACKAGE in python25-2.5.1-bashton1.i386.rpm python25-debuginfo-2.5.1-bashton1.i386.rpm python25-devel-2.5.1-bashton1.i386.rpm python25-libs-2.5.1-bashton1.i386.rpm python25-test-2.5.1-bashton1.i386.rpm python25-tools-2.5.1-bashton1.i386.rpm tkinter25-2.5.1-bashton1.i386.rpm; do wget http://mirrors.geekymedia.com/centos/$PACKAGE; done Installiamoli cd ~/tmp/python25 && sudo yum --nogpgcheck localinstall *.rpm Ora c'è tutto quello che serve. Non ci resta che lanciare lo script python, se il sistema è a 64bit dobbiamo sostituire "x86" con "x86_64" ~/bin/dbcli.py install x86 Finito. Dovremmo avercela fatta e l'icona dovrebbe comparire nel Pannello di Gnome.


Non ci resta che abilitare l'avvio automatico a ogni login. System » Preferences » More Preferences » Sessions e aggiungere /home/nostroutente/.dropbox-dist/dropboxd Come nell' immagine seguente


Via | Dropbox wiki

| 0 commenti ]

Breve viaggetto speleologico al centro di Linux.

Problema: voglio sapere qual è la versione in uso del driver della scheda di rete wireless.
Soluzione: da riga di comando uso modinfo così: modinfo nomedelmodulo Nel mio caso modinfo rt2860sta E questo è l'output filename: /lib/modules/2.6.31-12-generic/kernel/drivers/staging/rt2860/rt2860sta.ko
version: 1.8.1.1
license: GPL
srcversion: 1C1D2752CED2C3EC1543E1D
alias: pci:v00001A3Bd00001059sv*sd*bc*sc*i*
alias: pci:v00001814d00000781sv*sd*bc*sc*i*
alias: pci:v00001814d00000701sv*sd*bc*sc*i*
alias: pci:v00001814d00000681sv*sd*bc*sc*i*
alias: pci:v00001814d00000601sv*sd*bc*sc*i*
depends:
staging: Y
vermagic: 2.6.31-12-generic SMP mod_unload modversions 586
parm: mac:rt28xx: wireless mac addr (charp)

| 11 commenti ]

Un' altra dimostrazione della potenza della riga di comando di Linux e degli strumenti che su di essa si appoggiano.
Con la stringa che segue (che usa curl) è possibile controllare quali sono i messaggi ancora da leggere nella nostra casella GMail. Basta sostituire username con il vostro nome utente. Ecco il comando: curl -u username --silent "https://mail.google.com/mail/feed/atom" | perl -ne 'print "\t" if //; print "$2\n" if /<(title|name)>(.*)<\/\1>/;' Ricordare tutta 'sta roba non è semplicissimo, lo so, ma una volta copiata ed eseguita, basterà richiamarla dall' history così !curl o creare un alias.

| 0 commenti ]

Mi sono imbattut in questo servizio interessante di RaiNews24. La prima Cracca al Tesoro italiana (svoltasi a luglio ad Orvieto) è l'occasione per fare il punto sulla sicurezza delle reti wireless con alcuni esperti qualificati. Stupefacente anche (rispetto a quanto di solito si legge e si ascolta su questi temi) la competenza del giornalista che ha realizzato il servizio.

Per quelli che non han voglia/tempo di vederlo per intero, riassumo: ci sono ancora diverse reti sprotette e sproteggibili in due minuti (WEP) per cui passate a WPA con password considervolmente lunga da cambiare ogni sei mesi.

| 0 commenti ]

Quei simpaticoni (e romanticoni) degli sviluppatori di Google Reader hanno nascosto nel codice una sorpresina. Per vedere l'Easter Egg la sequenza di tasti da pigiare è:

Freccia Su, Freccia Su, Freccia Giù, Freccia Giù, Freccia Sinistra, Freccia Destra, Freccia Sinistra, Freccia Destra, b, a

Ed ecco un video che mostra di cosa stiamo parlando

| 0 commenti ]

Per prima cosa dobbiamo scaricare l'ultima versione disponibile dal sito di Adobe. Aprire una finestra di terminale e modificare i permessi del file .bin chmod +x AdobeAirInstaller.bin Ora possiamo eseguirlo, preceduto da punto e backlash sudo ./AdobeAirInstaller.bin Otterremo questo simpatico errore.


Il problema non c'entra niente coi permessi (anche perché ho usato sudo), c'entra invece con una serie di dipendenze mancanti. Possiamo risolverle così: yum -y install xterm gtk2-devel gnome-keyring libxml2-devel libxslt rpm-devel nss Attenzione: in un sistema a 64-bit dovremo comunque installare i pacchetti a 32, indicando l'architettura esplicitamente: sudo yum install gtk2-devel.i586 libxml2-devel.i586 rpm-devel.i586 libxslt.i586 nss.i586 gnome-keyring.i586 Ora dovrebbe andare