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Vi siete mai chiesti che faccia hanno le persone che stanno dietro alla vostra distribuzione Linux? Eccovi l'album delle figurine delle distro Linux.

Ubuntu


Mark Richard Shuttleworth imprenditore Sudafricano con la passione dei viaggi spaziali (è stato il primo africano nello spazio), fondatore di Canonical, è sicuramente la rockstar del gruppo. Ha appena dichiarato che con i Desktop Linux non si fanno i soldi, ma è fermamente intenzionato a portare Ubuntu, la distribuzione per esseri umani, sui pc di tutto il mondo.

Debian


Ian Murdock
è invece il fondatore di Debian (la "ian" del nome l'ha messa lui, "deb" invece viene dal nome della fidanzata Debra).

Slackware


Patrick Volkerding
, fondatore e principale maintainer di Slackware. I suoi adepti lo chiamo The Man, L'uomo. Qualche tempo fa ha avuto seri problemi di salute che hanno fatto temere che la distribuzione storica per eccellenza potesse venire abbandonata. Fortunatamente si è ripreso.

Gentoo


Daniel Robbins
è l'uomo che dopo aver creato Gentoo è andato a lavorare per Microsoft! Ha resistito solo sei mesi. E' un mago della documentazione.

Red Hat


Nella storia di Red Hat i volti degni di nota sono almeno tre: i due fondatori Marc Ewing (il primo a sinistra) e Bob Young (il tipo buffo che ricorda Woody Allen), e il kernel guru inglese Alan Cox (l'orco).

Mandriva


Gael Duval
non è più della partita, ma Mandriva, che una volta si chiamava Mandrake come ricorderete sicuramente tutti, resterà sempre la "sua" creatura. Ora si occupa di Ulteo.

Arch Linux


Judd Vinet
Canadese nato nel 1980, è il babbo di Arch Linux.
Manca qualcuno? Chi aggiungereste a questa lista?

Remixed from Yabblog

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Mi è appena capitato di dover ordinare una lista piuttosto lunga di indirizzi ip. Si sa che il sysadmin di suo è fondamentalmente pigro, quindi nessuna voglia di farlo a manina. Dopo aver spulciato le pagine man di sort, ecco il comando che ne è venuto fuori:

sort -t . -k 1,1n -k 2,2n -k 3,3n -k 4,4n lista_di_ip
Una righetta facile facile da ricordare, non trovate? Proviamo a capire un po' più in dettaglio che cosa fa.

  • Con il -t diciamo che vogliamo usare come separatore dei campi il punto (.)
  • Il -k serve a specificare la chiave di ordinamento, ne specifichiamo più di una in cascata: prima ordiniamo il campo uno fino al primo punto, poi il campo due e via di seguito.
  • -k 1,1n significa appunto dal primo campo (1) al (,) primo campo (1) effettua un ordinamento numerico (n). Lo stesso vale per il resto del comando.

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Aggiornamento 29/10: le licenze gratis sono finite, chi è riuscito a richiederla in tempo utile la riceverà nei prossimi giorni. Gli altri possono provare wine.

Licenze gratuire per Crossover Linux e Crossover Games, sia per Mac che per Linux!
Per chi non lo conoscesse Crossover è la versione commerciale di Wine, il software che consente di eseguire programmi e giochi scritti per Windows su sistemi Linux e Mac. In pratica potete far girare Photoshop o Microsoft Office sulla vostra Ubuntu, tanto per capirci.

L'offerta è valida solo per oggi e i server sono stati presi d'assalto. Per richiedere la vostra licenza gratuita e scaricare il software, la pagina di riferimento è questa.

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La notizia più importante è sicuramente quella che riguarda Android. Il sistema operativo mobile di Google è ora completamente libero. Ciò significa che nell'immediato futuro ci saranno milioni di nuovi utenti Linux.


Nasce la prima console completamente open.
Nella settimana del Linux Day il Presidente della Repubblica invia il suo apprezzamento per l'iniziativa.
Il più grande partito politico indiano passa al FOSS
L'ecosistema Linux vale 25 miliardi di Euro!
Dell, uno dei principali produttori al mondo di hardware, esce allo scoperto e fa un po' di sana ubblicità a Linux.

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Yum è il gestore di pacchetti di default delle ultime versioni di Red Hat Enterprise Linux, CentOS e Fedora. In sostanza è l'analogo di apt.

Vediamo come si installa un intero gruppo di pacchetti

1. Elenchiamo i gruppi disponibili
yum grouplist
2. Ok, nel mio elenco c'è un bel gruppo che si chiama "Clustering", sembra interessante, vediamo un po' cosa c'è dentro
$ yum groupinfo "Clustering"

Group: Clustering
Description: Clustering Support.
Default Packages:
clustermon
conga-devel
ricci
system-config-cluster
ipvsadm
piranha
cluster-snmp
modcluster
ricci-modcluster
cluster-cim
rgmanager
luci

3. È esattamente quello che cercavo: luci, ricci, piranha e conga... si installa di corsa!
yum groupinstall "Clustering"
4. Mi sono sbagliato, e poi tutte quelle bestie nel case mi spaventano un po'. Ranziamo via tutto
yum groupremove "Clustering"
E ora, per finire, si potrebbe imbastire una bella flame war con i talebani di apt... Uhm.. m'importa sega...

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In sordina, il team di GMail ha aggiunto un bel po' di iconcine emozionali alla sua interfaccia rich text.

Eccovi un bello screenshot per capire di che stiamo parlando


Ammetto che il granchietto un po' mi lascia perplesso...

Via | GMail Blog

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DropBox è un software/servizio web che consente di avere una cartella che ci segue ovunque. Una volta installato il programma verrà creata una cartella accessibile da qualsiasi computer dove sia installata una copia di DropBox.
Comodo. Comodissimo se si pensa che il software funziona su Linux, Windows e Mac.

Dalla pagina dei download si possono prelevare le versioni per Fedora e Ubuntu mentre per openSUSE l'rpm per ora non esiste.

Vediamo quindi come compilare i sorgenti. Per prima cosa soddisfiamo le dipendenze: apriamo un terminale e digitiamo come utente root:

zypper in nautilus
zypper in nautilus-devel
zypper in libnotify-devel

Scarichiamo e compiliamo il codice dal sito ufficiale

wget http://dl.getdropbox.com/u/5143/nautilus-dropbox-packages/0.4.1/nautilus-dropbox-0.4.1.tar.bz2
tar jxf nautilus-dropbox-0.4.1.tar.bz2
cd nautilus-dropbox-0.4.1/
./configure
make
make install

Se non ci sono stati errori, l'ultima cosa che dobbiamo fare e lanciare nautilus con il comando:

nautilus
Fatto. Ora possiamo registrarci al servizio e incominciare a popolare la nostra cartella ubiqua.

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Il mio antieroe preferito viene distrutto da questo immaginifico delirio. Secondo l'autore, pare che il papà di Windows ci voglia tutti gay e morti (direi che l'ordine dovrebbe essere questo...).


Ora, di difettucci il vecchio Bill ne ha (il più grande si chiama Ballmer) però vederlo a capo di una congiura mondiale mi sembra un po' eccessivo.

Quasi quasi sono riusciti a rendermelo più simpatico meno antipatico.

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Ho deciso, per comodità mia più che altro, di raccogliere settimanalmente tutte le buone notizie che riguardano il mondo Linux e l'open source.

Ecco quelle raccolte la settimana scorsa (dal 13 al 18 ottobre).

A dimostrazione dell'attenzione crescente che le PA riservano al software open source, le Regioni Sardegna e Calabria annunciano importanti progetti che lo vedono coinvolto:

Adobe rilascia la nuova versione di Flash. Per la prima volta, avrà su Linux le stesse identiche funzionalità che ha su Windows e Mac OS:
Esce l'attesissima versione 3.0 di OpenOffice.org e fa il botto:
Esce anche una nuova versione (2009.0) di una delle distribuzioni storiche di Linux: la franco-brasiliana Mandriva. Ed è la prima a utilizzare come desktop manager di defautl KDE4

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Qualche giorno fa 128 milioni di brasiliani hanno votato per rinnovare le amministrazioni locali, e lo hanno fatto usando urne elettroniche equipaggiate con Linux (i dettagli tecnici si trovano qui). Si tratta di una delle installazioni di Linux più imponenti del pianeta: 400.000 seggi sparsi in più di 5000 città.

Ecco il video del boot dell'urna elettronica


Per i più curiosi c'è anche la possibilità di provare un simulatore web del sistema di voto.

Non sono un grande sostenitore del voto elettronico: è una delle innovazioni di cui credo si possa fare a meno. Però, se voto elettronico deve essere, credo che, per tutti, e non solo per i fautori del free software, sia meglio una soluzione trasparente come quella adottata dal governo brasiliano.

Altrimenti il rischio che si corre è questo...


Via | Slashdot

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Google Reader è uno strumento straordinario. Non so se è il miglior feed reader in circolazione, ma so che non ho bisogno di nessun altro feed reader. C'è una cosa però che davvero non capisco: l'ambiguità nell'uso di cartelle e tags, dalla quale deriva, a mio avviso, una cattiva gestione delle prime.

Guardate che giri bisogna fare per rinominare una cartella!

1. Aprire le Impostazioni di Google Reader e cliccare su Iscrizioni.


2. Filtrare per nome, usando il nome della cartella che vogliamo rinominare.


3. Otterremo la lista di tutti i feed assegnati a quella specifica cartella. Ora clicchiamo su Seleziona: Tutte le n sottoscrizioni e creiamo una nuova cartella, che sostituira quella che vogliamo rinominare.




4. Andiamo su Altre azioni - Aggiungi Tag e selezioniamo la cartella che abbiamo appena creato.


5. Ora sempre nello stesso menu selezioniamo Rimuovi Tag e abbiamo quasi finito.


6. Il vecchio tag risulterà vuoto e potremo quindi rimuoverlo nella vista Cartelle e Tag cliccando sull'icona del cestino.


Assurdamente complicato e controintuitivo.
Complimenti agli sviluppatori!

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1. Un Tux di Swarovski


2. Un case col muso di Tux


3. Skin Tux


4. Tux origami


5. addavenì Tux-Baffone


6. Tux pilota di Jet


7. Tux cinese ciccione


8. Gel da bagno


9. Choco-Tux


10. Tux graffitato


11. Stilosissimo col "Red Hat"


12. A cavallo di un coniglietto


13. da compleanno


14. Orecchini


15. Tux Bento



Via | Junauza

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Una coppia svedese ha deciso di chiamare il proprio piccolo "Linux". La scelta del nome, stando a quando si legge su Linux.com, non sembra essere frutto di lunga riflessione, quanto piuttosto una decisione estemporanea, presa dopo aver visto il pupo. Pare anche che nonni e amici, al di là di qualche considerazione sul nome un po' inusuale, non abbiano trovato niente da ridire.


Chissà se invece RMS pretenderà che il bimbo venga chiamato GNU/Linux?

A parte gli scherzi, se avete qualunque cosa marchiata Linux, ad es. adesivi, penne e gadget del genere, e non vi spiacerebbe separarvene, potete scrivere al papà.

Ecco una foto del bimbo che è stato rilasciato nato il 24 agosto.


Via | Linux.com

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Se vogliamo inserire un video di Youtube sul nostro Blog/Sito a partire da un certo punto, ad es. per segare una presentazione, possiamo indicare al player il numero di secondi a partire dal quale iniziare la riproduzione.

Il parametro da aggiungere al codice embed è &start= seguito dal numero di secondi che vogliamo skippare.

Per esempio, in questo video dove Linus racconta le origini di Linux, ho saltato l'introduzione...


Questo è il codice che ho usato, notare il parametro in grassetto.

<object width="425" height="344"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/WVTWCPoUt8w&hl=it&fs=1&start=260"&gt;</param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/WVTWCPoUt8w&hl=it&fs=1&start=260" type="application/x-shockwave-flash" allowfullscreen="true" width="425" height="344"></embed></object>

Purtoppo non possiamo tagliare a partire dalla fine. Per fare questo dobbiamo rivolgerci a un servizio web che si chiama Splitcd.

http://splicd.com/

Via | GoogleSystem

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Alla fine ne ha aperto uno anche lui, giovedì scorso.

Da questa intervista emerge che il buon Linus non ha ancora ben chiaro come lo utilizzerà, e cosa ci scriverà, ma il blog dovrebbe avere una dimensione, per così dire, familiare, con interventi "spot" anche della moglie.

Chissà se fra una release e l'altra del kernel il papà di Linux riuscirà a trovare il tempo di aggiornarlo; in ogni caso, prevedo un'impennata spaventosa dei flame...

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Bella l'idea di Ubuntista e pregevole la realizzazione...


Se volete usare l'immagine come sfondo del desktop, nel post originale la trovate in diversi formati.

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Una bella notizia dalla capitale sabauda: nelle prossime settimane dovrebbe essere avviato il programma di copertura pubblica WiFi.

Per quanto letto finora, e se le attese non verranno frustrate, mi sembra che si possa definire serenamente il più avanzato progetto di e-Democracy mai avviato nel nostro paese; e, rispetto a scelte più velleitarie (qualcuno si ricorda di Chicago e San Francisco?), mi sembra sia decisamente meglio pensato.

In questa fase finale della sperimentazione dovrebbero essere in funzione 15 hotspot, ma presto una grossa parte del territorio cittadino sarà raggiunta dal segnale.
I cittadini potranno collegarsi gratuitamente e senza limiti ai siti della pubblica amministrazione e ai portali del turismo. Chi vorrà l'accesso anche al resto della Internet dovrà invece pagare un canone di abbonamento.

Abitassi in un altra città, verrei qui solo per poter navigare su Piemonte Feel o su Torino Plus dal Valentino o da Piazza San Carlo...

Via | webnews

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E' stata rilasciata ieri la Beta di Picasa 3, il noto software di Google per la gestione e il fotoritocco delle immagini.



Con questa nuova release migliora sensibilmente l'integrazione con gli ambienti desktop Kde e Gnome, e con Firefox.

Picasa continua a essere eseguito utilizzando wine, l'emulatore(non-emulatore) delle API di Windows, e nell'ultimo anno, ci fa sapere il blog ufficiale, sono state sottoposte alla comunità di sviluppo circa 850 patch.

Per provare la nuova release è sufficiente visitare la pagina dei download e scegliere il formato adatto alla nostra distribuzione. Sono disponibili i seguenti pacchetti:
  • rpm per Red Hat, OpenSuse, Mandriva, Fedora
  • deb per Ubuntu/Debian i385
  • deb per Ubuntu/Debian amd64
Per installare il pacchetto rpm, come root useremo il comando

rpm -ivh picasa*.rpm

mentre per i deb il comando sarà, sempre come root

dpkg -i picasa*.deb

oppure se siamo su Ubuntu

sudo dpkg -i picasa*.deb

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Non prendete impegni per il 25 ottobre! E' questa la data scelta per l'edizione 2008 del LinuxDay. Per sapere con precisione dove si terrà nella vostra città potete consultare il sito ufficiale della manifestazione.