In particolare voglio segnalare due post di Diritto 2.0
Nel secondo si prende in esame il famigerato punto 11, dove si dice che il Copyright di quanto prodotto attraverso il browser resta sì all'utente, ma Google si riserva la possibilità di redistribuire i contenuti nei modi che ritiene più appropriati.
Eccone una parte.
11. Licenza sui Contenuti concessa dall’utente
11.1 L’utente è proprietario del copyright e di qualsiasi altro diritto già posseduto sui Contenuti inviati, pubblicati o visualizzati su o tramite i Servizi. Inviando, pubblicando o visualizzando i Contenuti, l’utente concede a Google una licenza perenne, irrevocabile, internazionale, non soggetta a diritti d’autore e non esclusiva per riprodurre, adattare, modificare, tradurre, pubblicare, eseguire in pubblico, visualizzare pubblicamente e distribuire qualsiasi Contenuto inviato, pubblicato o visualizzato su o tramite i Servizi. Detta licenza ha il solo scopo di autorizzare Google a visualizzare, distribuire e promuovere i Servizi e può essere revocata per alcuni Servizi, come definito nei Termini aggiuntivi dei Servizi in oggetto.
Obiettivamente suona molto strano per un browser, ma Rebecca Word di Google scrive al Blog di Matt Cuts, spiegando che per semplificare la vita agli utenti, hanno cercato di uniformare i termini dei contratti di licenza di tutti i loro Servizi/Prodotti (in effetti una clausola del genere è perfettamente plausibile per YouTube o per Blogger), e aggiunge anche che al più presto correggeranno la licenza.Tutto a posto. O no? Ni.
L'id univoco per ciascuna copia (non installazione, proprio copia) potrebbe aprire inquietanti scenari orwelliani. Resta il fatto che si sta assistendo, ancora una volta, a una levata di scudi per molti versi pretestuosa, che a me ricorda molto quella che si verificò al lancio di GMail.
La scelta spetta a noi: siamo disposti, oppure no, a credere che ancora una volta Google abbia tenuto fede al suo motto "Don't be evil"?
Aggiornamento importante: il punto 11 è stato riscritto completamente. Sul blog di Matt Cutts potete trovare la nuova versione, al fondo di questo post.
La copio anche qui per comodità, in inglese recita così:
11. Content license from you
11.1 You retain copyright and any other rights you already hold in Content which you submit, post or display on or through, the Services.
No, nemmeno questa volta sono stati cattivi
6 commenti
Resta il fatto che come riportato nei primi 2 link la privacy resta fortemente a richio.
Queste condizioni NON HANNO PRECEDENTI.
Paranoie?
Voglio vedervi in causa con Google...che cede a terzi contenuti e informazioni a detta loro per migliorare i servizi (chiedere agli utenti era complicato?fare sondaggi?) che magari nemmeno si sà di aver attivato e di dover disattivare.
Inoltre in un eventuale contenzioso (mi riferisco ad esempio alle Aziende che vogliono mantenere una certa privacy) il fatto che non ci siano precedenti crea un'incertezza oggettiva sull'esito della causa (parlo da esperto di diritto).
L'EULA non mi sembra molto a favore dell'utente e già il fatto che Google prenda codice Opensource e renda poi proprietario il software la dice lunga sulle scelte di trasparenza.
Google si riserva gli aggiornamenti obbligando l'utente a farli??
E perchè?
Saranno fatti miei se voglio aggiornare o no!
Se lo voglio fare più tardi per non rallentare la banda??
Mi sembra tutto molto strano e poco chiaro nell'EULA che pur essendo molto lunga è fumosa proprio nei punti chiave!
In soldoni google dice: "caro utente se metti questo penso a tutto io, te lo aggiorno quando dico io e come dico io, raccolgo i dati (su di te) da te immessi in rete e li cedo a terzi (chi??Come li trattano sono ricedibili?Se non voglio?) ma solo per migliorare servizi che potresti non aver attivato e non conoscere ma solo per migliorarli. Ah certo se puoi non li vuoi li disattivi tu".
Ti sembra paranoia?
L'hanno cambiata.
Non faccio il difensore d'ufficio, cerco di capire come funzionano le cose e mi sforzo di non essere prevenuto (nemmeno con Microsoft e immaginate quant'è difficile).
I precedenti ci sono, il punto 11 per un servizio come Youtube o Blogger è perfettamente legittimo, e infatti come spiega la signorina Ward hanno fatto l'errore di cercare di standardizzare i termini di licenza dei loro Prodotti/Servizi.
Ho letto alcuni interventi volti a mitigare le preoccupazioni sulla privacy adducendo come motivazione che chrome essendo software libero ci permette di controllare ciò che fa.
NO chrome _non_ è software libero _né_ open source, come del resto è chiaro dalla licenza.
_chromium_ su cui chrome si _basa_ è software libero, ma i sorgenti di chrome e di chromium potrebbero differire in maniera rilevante
Io sinceramente questo entusiasmo non lo condivido. è un browser come firefox opera IE. ok le performce… la velocità…la novità… ma alla fine serve solo per visualizzare delle pagine web.(plug-in esclusi) Di sicuro diventerà il browser di riferimento. se poi pensiamo alla privacy e ai termini d’utilizzo per quanto mi riguarda chrome deve aspettare ancora un po per salire a bordo del mio pc
@sandro
Sinceramente nemmeno io sono entusiasta, e l'ho anche scritto.
Però mi sembra che si gridi troppo spesso al lupo, al lupo. E sappiamo tutti come va a finire poi.
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